mercoledì 23 settembre 2020

TRA AUTOSTIMA E DIETA

In questi giorni intensi tra la preparazione della festa di Adele e lo svuotamento di un'altra stanza che deve essere imbiancata, mi trovo a leggere ben due libri (ci ho messo un po' di anni, ma ora riesco a leggere più libri in contemporanea) che parlano di chi si ferma a un passo dalla metà, più li leggo e più mi ci ritrovo. Quel fermarsi per paura del giudizio, quel bloccarsi a ogni critica, anzi essere sicuro che arriverà, fa parte di me. Me ne rendo conto sempre di più e a volte penso che tante critiche me le becco proprio per questo atteggiamento e perche chi ho di fronte è certo che non risponderò. L'ho fatto in consiglio comunale qualche anno fa, quando alle prime armi come minoranza, non ho risposto al primo attacco, ricevendo così gratuitamente quelli successivi. Lo faccio spesso, troppo spesso con la scrittura e tante volte qualcuno ha marciato sopra la mia insicurezza rendendomi ancora più incerta e più triste. Io un sogno sulla scrittura ce l'ho, è grande, forse troppo ma cavolo se mi piacerebbe eppure... Eppure mi blocco sempre, eppure diventa sempre l'attività che blocco per prima, quella che sembra non sia abbastanza importante perché in effetti non mi fa guadagnare eppure è quella in assoluto che mi fa stare meglio.
Voi però non siete qui per le mie paranoie, ma per la mia dieta, allora procede, cerco di mangiare un sacco di verdura, ho troppi impegni e pensieri per poter mangiare di pomeriggio e a pranzo e cena ho qualcuno che costantemente mi ruba il cibo, quindi alla grande. Beh, oh Dio, Maddalena ieri sera ha fatto dei biscotti e due ne ho messi nel caffè dopo pranzo, poi prima di cena mi sono mangiata due sgranocchi, sono una droga quei grissini, meglio passare all'Attività fisica: ho fatto tante di quelle scale nel tentativo di svuotare la camera da sola con Agata, che non avete idea. La scena ogni dieci minuti era più o meno questa.
"mamma giù!" 
"no, Agata, devo sistemare qui, hai questo e quel gioco." 
"no, mamma, ciao" e prendeva la scala, perché porca miseria non potevo bloccarla nella stanza dato che stavo andando avanti e indietro. La nostra scala presenta 17 scalini del 1960 cioè quando non c'erano gli obblighi sulla larghezza del gradino ed è in granito, insomma un'arma, chiaro che come lei partiva io la seguivo prendendolo la mano. Questo chiarisce anche il fatto che un lavoro da due ore, duri in realtà giorni e giorni.
In foto pezzi di famiglia: chi mostra i piedi, chi il profilo stanco. 

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