venerdì 6 settembre 2019

VISTE DI PAESE: LA BISCAZZIA

Qualche anno fa scrissi un pezzo su un simbolo di Cusignana, il mio paese. Ogni anno quel testo torna su facebook e così mi hanno proposto di scriverne ancora di quegli articoli...non so se riuscirò a mantenere una rubrica, perché i tempi con cui scrivo qui sono molto lenti, troppo lenti, ma ci voglio provare.
Se avete voglia di suggerirmi qualche angolo di cui parlare o conoscete qualche storia particolare, fatevi sentire, mi piacerebbe confrontarmi con chi vive in questi angoli...esattamente come ho fatto per la Biscazzia.
Già, partiamo da qui, visto che domenica, l'8 settembre è la Festa della Madonna delle Grazie, la statua che rende questo angolo cusignanese un vero e proprio colmello ( ossia quello che nelle città viene chiamato quartiere, qui in versione drasticamente ridotta).
Voi la conoscete la storia di questa zona? Io l'ho scoperta parlando con la gente che vi vive e mi si è aperto un mondo di leggende e mi si è accesa una grande curiosità: quante cose ci riserva una terra piccola e che può sembrare quasi insignificante come questo angolo del nostro paradiso cusignanese!
La storia si perde nell'antichità di un territorio di Pieve, famoso fin dal Medioevo, se non prima. Immaginiamo via Madonna delle Grazie e via Conca Vecchia come la strada principale, togliamo tutta la zona residenziale di via Brigata Julia ed ecco  che si erge, grande e possente, la Casa Rossa, un tempo sede del comune. Come mai proprio qui? Proprio perchè era la strada principale, utilizzata da chi arrivava in cavallo o carrozza da Treviso.
Dopo tutti quei chilometri al galoppo, c'era bisogno di una pausa per sè e per il cavallo e sembra che fosse il luogo giusto dove rilassarsi con qualche gioco...non proprio regolare. La sede ideale di quello che oggi si chiamerebbe Casinò, ma che comunque tutti possono anche riconoscere come 'bisca'. Vi si è accesa una lampadina su questo nome che avete già sentito: Biscazzia? Anche per me è stata una scoperta, non lo avevo mai associato, la Biscazzia era il luogo in cui i locali incontravano i trevigiani e tra storie e leggende giocavano a un gioco tanto antico quanto conosciuto come la Mora, non quella cinese di carta, forbice , sasso, ma un'antica usanza fatta di calcoli, velocità e astuzia.
Via Conca Vecchia collegava il centro con il Convento dei frati che si ergeva in via nogariole, la zona dei Pocheti ( per chi non è di Cusignana, immagino che cominci avere un po' di confusione, vi spiego solo che il paese è diviso in parti,  ognuna ha il suo nome dialettale con un significato chiarissimo e che descrive delle caratteristiche della zona).
In questo colmello vi viveva anche Carlo Rosso ( che dà ancora il soprannome ad una famiglia), lui è la persona che ha fatto spostare il cimitero del paese, dal sagrato della chiesa, a dove si trova oggi, appena dopo la Biscazzia.
Ero partita però parlando della Madonna delle Grazie ed è tempo di ritornare a parlare della statua, che si trova dentro alla piccolissima chiesetta che con il suo mini colonnato, ricorda un tempio greco. Questa statua si può dire che sia estremamente recente, rispetto alla storia di cui abbiamo parlato fino ad ora, infatti risale alla dopo guerra, quando gli uomini dei Bini ( Oltre ai nomi dialettali per le parti del paese, anche ogni famiglia ha un soprannome dialettale), tornati salvi dalla guerra, decisero di Rendere Grazie alla Madonna per questo ritorno.
Probabilmente già dall'arrivo della statua e la costruzione della successiva chiesetta, è iniziata la tradizione della festa della Biscazzia, che si ripete ogni anno nel fine settimana più vicino all'8 settembre. Una festa dal sapore antico, fatta di giochi di una volta per i bambini, di un bel bicchiere di vino e di un panino fatto al volo, tutto fatto e organizzato dagli abitanti della zona e condito dalla presenza di tutto il paese. La messa all'aperto, i bambini che giocano e corrono sulla strada, la gente che chiacchiera riparandosi dal sole, danno un tocco di magia e ricordano ogni anno, che basta poco per fare comunità.