lunedì 28 gennaio 2019

È solo una storia d’amore di Anna Premoli

Anna Premoli, È SOLO UNA STORIA D’AMORE, Newton Compton, 2016, 314 pagine
Un libro nel libro, Fantastico, mi piace la metaletteratura ossia quando all’unterno Di una storia se ne sviluppa un’altra simile. Pirandello in questo era ed è un maestro, ok qui non siamo ai suoi livelli, perché lui era un genio, però è una trama veramente buona.
Qui i protagonisti del romanzo stanno scrivendo un libro di cui, sostanzialmente diventano protagonisti. Direte, che confusione, invece no! La scrittura è chiara e diretta, la trama fila veloce e non parla solo di amore ma anche di letteratura, in particolare di letteratura rosa e dei pregiudizi su di essa. In effetti se parliamo di romanzi rosa ci vengono in mente gli harmony ma non è detto che la letteratura al femminile sia meno impegnativa delle altre. Avevo letto altri 3 romanzi della stessa autrice e anche questo, come quelli, sono volati via veloci, pagina dopo pagina. Il finale magari è un po’ aspettato ma non sempre deve esserci la suspance, a volte  mi piace soffermarmi a pensare e a immaginare come lo scrittore svilupperà la trama.
Mi piace anche l’idea di due soli personaggi principali e pochissimo secondari, come se non ci fosse bisogno di troppa carne al fuoco, meglio così non ci si perde a capire e ricordare caratteristiche e legami. Un libro che consiglio a tutte le amanti e gli amanti del genere rosa.

martedì 22 gennaio 2019

ASSASSINIO ALL’IKEA

Giovanna Zucca, ASSASSINIO ALL’IKEA, Fazi,2015, 285 pagine

Finito proprio ieri sera e mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, io amo i gialli e questo però non mi ha convinto, in realtà l’omicidio è solo di sfondo, la storia che si narra è quella di due amiche, delle loro vicende. È un insieme di vari generi e non saprei bene dove collocarlo: giallo? Formazione? Humor? Tendenzialmente il mix mi piace, ma in questo caso non vedo ben sviluppato nessuno dei tre e questo non mi soddisfa ma magari sono io troppo esigente. Poi mi convince poco il modo di parlare, da veneta, non riconosco nei protagonisti padovani il nostro modo di parlare, un peccato perché, dal mio punto di vista perde un po’!

In ogni caso è un romanzo che si fa leggere, i capitoli non troppo lunghi danno un buon ritmo così come la scrittura a più punti di vista, anche se, secondo me, andrebbero divise in maniera più netta i cambi di narratore, a volte ci si perde le prime righe per capire chi sta parlando o di chi lo sta facendo l’autore! Un plauso però alla descrizione dei personaggi, le caratteristiche di ognuno riportano a immagini chiare davanti agli occhi, con tratti chiari e marcati e per me, che conosco bene Padova, riuscivo proprio a immaginarli sotto i portici o nelle vie. 

UN LADRO GENTILUOMO

Alessia Gazzola, IL LADRO GENTILUOMO, Longanesi, 2018


Alice Allevi a me piace un sacco: un po’ sulle nuvole, un po’ sfigata, un po’ incasinata, tanto curiosa e sognatrice insomma una di noi! Anche l’ultimo romanzo non si distanzia dagli altri, al centro c’è lei nella doppia veste di medico legale alle prese con un caso di omicidio e di donna innamorata di un collega. Questa volta cambia la location, non più Roma, ma, come anticipato nel Romanzo precendente, una nebbiosa, umida e piccola città del nord, praticamente un disastro per una abituata alle temperature e al sole di Roma. Ritornano i soliti personaggi nonostante la distanza e non potrebbe essere diverso, ci si affeziona troppo alla nonna, al commissario e alle amiche. Alessia Gazzola, l’autrice, per ora è molto brava a trovare sempre nuovi argomenti e nuove matasse da sbrogliare, cosa non facile dato il numero di romanzi con la stessa protagonista e anche questa volta non mancano i momenti di suspance, di divertimento, di ironia. Io lo consiglio, se vi piacciono i gialli, le storie d’amore e i libri divertenti, qui trovate un bel mix scritto in maniera impeccabile. 

mercoledì 16 gennaio 2019

Letture leggere da allattamento

SARAH MORGAN, Puffin Island
Ci sono periodi della vita in cui si ha bisogno di letture frivole, leggere e soprattutto a lieto fine. I miei momenti per il genere romanzi rosa erano il periodo post esami universitari e ora è il periodo post parto; io non sono un’amante delle letture su come crescere i bambini e preferisco di gran lunga i romanzi. Avevo letto una trilogia di Sarah Morgan già qualche tempo fa ed era esattamente ciò che cercavo in questo periodo, così, dopo il parto ne ho lette Altre 2 due trilogie, in particolare ho iniziato il 2019 con   la trilogia di Puffin Island, luogo in cui sono ambientati i tre Roman i con protagoniste tre amiche e tre amici ma ecco le recensioni divise per romanzo:
SARAH MORGAN, La prima volta è per sempre, Harper Collins, 2015
La prima volta è per sempre è il primo libro della trilogia di Sarah Morgan: Puffin Island, isola del Maine che fa da sfondo a tutti e tre i romanzi! Emily, la protagonista, si ritrova di punto in bianco a vivere un’altra vita, diversa da quella che faticosamente si era costruita: viene licenziata e si ritrova a dover allevare la figlia di sua sorella, un’attrice di Hollywood,morta in un incidente aereo. Emily sarà costretta a scappare da New York per proteggere una bambina che in realtà lei non vuole, per fare questo si nasconderà nel cottage della sua amica Brittany a Puffin Island. Tutti é molto difficile per la protagonista perché quello che le sta succedendo la costringe ad affrontare tutte le sue paure che riemergono dal passato ma ci sarà Ryan ad aiutarla e alla fine Emily scoprirà che non tutto il male viene per nuocere e le paure si possono superare. Un classico libro rosa, leggero che mette di buon umore e aiuta nei momenti tristi grazie al suo lieto fine. La sua lettura mi ha intrattenuto piacevolmente e il tema della bambina e del ruolo del genitore è inedito per Sarah Morgan, questo lo ha reso interessante e coinvolgente soprattutto in questo periodo della mia vita tra poppate, compiti per casa e litigi in fase preadolescenziale
. Lo consiglio a chi ha voglia di rilassarsi o non ha la testa abbastanza concentrata per letture impegnative. Poi, come sempre, le descrizioni dei paesaggi mi fanno venir voglia di vedere questi posti, intanto sono andata a controllare la cartina per vedere dove si trovano.

SARAH MORGAN, Qualcosa di meraviglioso, Harper Collins, 2015
 Brittany è la protagonista del secondo romanzo della trilogia di Puffin Island. Lei è un’archeologa che gira per il mondo è che evita il suo ex marito da 10 anni. Il loro matrimonio, fatto in tenera età, era durato solo 10 giorni e l’aveva letteralmente distrutta, ne età uscita solo grazie alle amiche Emily e Skilar protagoniste degli altri due romanzi. Brittany è costretta a tornare sull’isola a causa di un incidente durante gli scavi in Grecia, lì incontra Zach, il suo ex marito che ora é un pilota privato. I loro primi incontri sono terribili, lei si rende conto di amarlo e odiarlo allo stesso tempo ma non vuole farlo sapere a lui. Lui è schivo e freddo a causa di un’infanzia terribilmente dura. Grazie ai loro amici, alla famiglia adottiva di lui che vive sull’isola, alla rete degli isolani e al campo estivo per ragazzi in cui saranno costretti a collaborare, riusciranno a tirare fuori tutto gli scheletri dall’armadio e a conoscersi meglio per avere un nuovo vero inizio e cancellare il burrascoso passato e non mancheranno, come sempre nei romanzi di Sarah Morgan dei momenti di grande romanticismo alternati a quelli di sano erotismo dando un tocco più accattivante che mi piace parecchio. Un romanzo a metà strada tra ‘I love shopping’ e ‘50 sfumature’ da leggere quando si ha bisogno di rilassarsi e vedere il lato rosa della vita. Pecca negativa il fatto che il tema del matrimonio lampo fatto in gioventù era già stato utilizzato dalla scrittrice e aveva avuto identica fine e anche i protagonisti hanno delle caratteristiche in comune, quindi da un certo punto in poi mi aspettavo già quello che sarebbe successo! Insomma Sarah, un po’ più di fantasia potevi mettercela, che ne so: un amico d’infanzia, l'ex Marito dell’amica ma non proprio lo stesso tema.

SARAH MORGAN, Natale a Puffin Island
Ultimo  romanzo della serie dedicato alla terza amica, l’artista Skylar, la sua storia d’amore riprende soggetti già visti in Sarah Morgan e questo lo rende un po’ più noioso, ma è anche l’unico che si svolge per lo più distante dall’isola, infatti il tutto inizia a Londra. Skylar si ritrova sola e ferita sia nel corpo che nello spirito ma ci sarà Alec ad aiutarla e a mostrare un lato di sè, generoso e altruistico, che fino ad allora aveva tenuto per nascosto per paura di soffrire e far soffrire ancora. Anche in questo, come negli altri due romanzi, emerge l’importanza del vissuto e come questo influenzi il nostro presente e, talvolta, ci blocchi nelle nostre paure. Un argomento interessante che mi ha fatto riflettere, quindi anche un romanzo rosa può nascondere un po’ di psicologia e di filosofia che riscontriamo tutti i giorni nella nostra vita ma su cui magari non ci soffermiamo.


Nuova rubrica

Ho deciso di far partire una nuova rubrica di recensioni e libri per due motivi:
1 Conteggiare i libri letti in un anno perché ogni volta, a dicembre, cerco di fare i conti ma ahimè non mi ricordo mai tutto;
2 Ho deciso di partecipare a un book challenge cioè una sorta di gara di lettura cn degli obiettivi e, per dimostrare di aver letto i testi, bisogna recensirli.
Spero così di farvi venire voglia di leggere e soprattutto attendo i vostri commenti!

martedì 15 gennaio 2019

E si torna al lavoro!

33 giorni dopo il parto, si torna al lavoro, la cosa più difficile è accettarlo: mentalmente avrei fatto un altro po' di pausa ma con la partita iva funziona così. Non che possa lamentarmi, ho deciso io con quanti ragazzi partire, quante ore fare e Agata era lì con me; unico inghippo iniziare il giorno dopo la sua prima colica notturna.
Mi piace il mio lavoro e i ragazzi che seguo sono bravi, non è stato traumatico ricominciare e le soddisfazioni ci sono sempre ma, da un punto di vista femminile, c'è qualcosa che non va: la maternità dovrebbe essere rispettata e trovo assurdo che una donna possa lavorare fino all'ultimo mese, è vero, l'ho fatto anche io ma il mio lavoro è in casa, seduta e se avevo bisogno mi mettevo sul divano: i ragazzi e i loro genitori lo sapevano e comunque, nonostante queste attenzioni ho avuto il parto più difficile dei tre...vorrà pur dire qualcosa? Negli altri in cui sono arrivata riposata e tranquilla non ho avuto il minimo problema.
Mi immagino già alcuni dire: 'avete voluto la parità, eccola!' Ma non funziona così la cosa, la parità funziona nel momento in cui, a uguale mansione corrisponde uguale stipendio ma soprattutto nel momento in cui c'è rispetto per quello che una donna è e rappresenta anche come possibile madre. Dare a una famiglia i giusti supporti, significa dare la parità e soprattutto dare un futuro alla vita.