mercoledì 26 giugno 2019

Paranoie da kg di troppo

Nelle ultime settimane mi è capitato di incontrare un po’ di neo-mamme e la prima cosa che noto è il loro fisico praticamente perfetto: l’invidia cresce spontanea e così cerco di trovare anche il minimo difetto: ritenzione idrica, grasso sulle dita della mano, qualsiasi cosa, non per sparlarne in giro, ma per amor proprio. Poi mi capita la mamma che ha il bimbo di neanche un mese ed è senza un filo di pancia e invece io sembra che la bimba di sei mesi ce l’abbia ancora in grembo, se non fosse che contemporaneamente ce l’ho pure in braccio. Ecco, dovrebbe partirmi la commiserazione totale, sulle ingiustizie della vita... in realtà io mi fermo e penso: stasera ore 19.30, sono al bar con un arrosticino in mano e un bicchiere di Coca Cola, dopo una giornata di svacco al mare, passa mia cugina in bici e  si ferma a chiacchierare: lei dopo 8 ore di lavoro si è messa la tuta e stava andando a fare il giro del Montello! Chiaro che quando partorirà sarà magra. Io considero il giro del Montello una cosa che si può fare solo in auto, così come la 100 km del passatore o qualsiasi percorso sopra i 15 km.
PS: la genetica sportiva non l’abbiamo presa dal ramo della famiglia che ci accomuna, questo è certo.
Comunque tornando alla panza, ho deciso di rinunciare al confronto, mentre queste donne dedicavano la loro giovinezza allo sport, io probabilmente stavo leggendo un libro, effettivamente se per ogni libro letto perdessi un etto, sarei una modella, ma non funziona! Peccato! Poi cosa volete, potrei impegnarmi ora, a volte ci provo: stasera ho fatto dalla palestra di Bavaria a casa a piedi...perfetto, se non fosse che il percorso comprende il passaggio nei pressi di una gelateria: si può dire di no? Non nella mia politica ( posso perché con la camminata lo consumo). Metti che quelle due palline ( per la cronaca fondente e liquirizia) si siano consumate, tornata a casa ho messo in forno due Belle pagnotte di pane nero per la colazione ( a colazione si può mangiare perché tanto lo si consuma durante la giornata), anche se il pane fa ingrassare ( ma in realtà i carboidrati sono necessari) e poi ho sempre la scusa che sto allattando e anche se dopo 3 figlie so benissimo che non è altro che una scusa, io la uso ancora. La dieta posso sempre iniziarla domani!

mercoledì 19 giugno 2019

Il fine anno di una tutor

Metto a letto Agata, leggo la storia alle più grandi e torno sul divano: pubblico un po’ di post con gli articoli che ho scritto nei siti con cui collaboro, preparo un piccolo manifesto pubblicitario per i corsi estivi e le fatture di questo mese anche se siamo solo a metà, ma giugno è sempre così. Mi fermo a riflettere su un altro ciclo che finisce, quest’anno ne lascio quattro, alcuni ragazzi li seguo proprio da tanto e fa strano lasciarli andare soprattutto dopo l’intenso periodo di preparazione all’esame. Riguardo quest’anno e cerco di capire come sia andata. È stato sicuramente un anno particolare con l’arrivo di Agata proprio a metà, una nascita che a livello lavorativo, mi ha sicuramente rubato energie. Tante le sere in cui ero completamente scarica pur avendo lavorato solo poche ore. Un anno che mi ha fatto più volte desiderare un lavoro normale, dove ti puoi godere quei 5 mesi di maternità, la mia pausa parto è durata solo 37 giorni e neanche retribuiti ( anche se io spero ancora che l’INPS rinsavisca). Un anno in cui mi sono fermata, come ora, a chiedermi se per quei ragazzi avrei potuto far di più, se ho dato il massimo, a volte penso di sì altre di no; sicuramente ci ho provato e mi dispiace quando le cose non sono andate come avrebbero dovuto, perché questo lavoro è così: a volte vorresti abbracciarli, altre strozzarli, a volte hai soddisfazioni, altre tremende delusioni. Parli con i genitori e ti metti in discussione come madre, perché ora lo sei, Maddalena sta crescendo e fra poco sarà alle medie anche lei, come la maggior parte dei ragazzi, e io, io come mamma come sarò? Apprensiva e super presente? Troppo assente? La giusta metà? Lo vedremo e intanto penso all’estate che arriva, ai prossimi ragazzi che incontrerò, alle volte in cui amerò questo lavoro per gli stimoli continui, perché mi tiene sempre in gioco, perché mi permette la libertà di gestirlo come credo e la possibilità di imparare sempre; penso anche alle volte in cui lo odierò perché non è mai sicuro, perché mi costringe a un'attenzione massima sempre, perché non ci si può mai fermare. Ma io mi fermerei? Potrei mai fare un lavoro ripetitivo nei tempi e nei metodi? Conoscendomi direi di no, forse mi annoierebbe e irriterebbe anche la semplice idea di avere sempre gli stessi orari, di non poterli modificare in base alle esigenze della famiglia, di non poter mettermi alla prova in ogni momento. Sì, ho bisogno di stimoli continui e questo lavoro è quello che fa per me con le sue sconfitte e le sue vittorie ma soprattutto, con quei messaggi di ringraziamento che ti scaldano il cuore.