Diego, questo il
nome del Bomber, è uno di quei bambini che ogni mamma strozzerebbe:
non dorme, non mangia ma piuttosto sputa, piange, strilla e si dimena
come un ossesso, doti che poi gli saranno utili in fase amatoria. La
sua infanzia si condisce di un fratello maggiore, molto maggiore e
grosso che lo usa come sfidante a wrestling. Il Bomber immagazzina
ogni cosa e riutilizza il tutto in età adulta: mosse e pose comprese
affinché la sua donna lo possa identificare come l’Amatore.
Un piccolo bomber si
riconosce subito; fin dalla scuola dell’infanzia mostra la sua aria
ribelle, quella che fa vacillare anche la più ferrea bambinetta
antimaschio e così ogni scusa è buona per far impazzire le maestre,
per scappare, nascondersi e non farsi trovare.
Ma è in adolescenza
che nasce il mito di Diego, quando il suo nome diventa localmente
riconosciuto.
Il Bomber ha una
sola passione: i motori e un unico idolo Valentino Rossi e l’idea
di emularlo, così comincia la vita sulle due ruote.
Lo scooter non viene
fermato da niente e da nessuno, l’importante è correre sempre e
tanto e se non hai Malossi non sei
nessuno.
Al compimento dei 14
anni iniziano le prime scorribande ma correre e basta con una
marmitta che ti porta ai 90 è semplicemente banale e sopratutto nota
ai più, al bomber serve qualcosa che faccia la differenza. Lui
limiti non ne vede e non ne sente e perciò prova: ruota alta, senza
mani, poi in piedi sulla sella, tutto va alla grande quindi non si
può che andare oltre fino al massimo: in piedi sulla sella in ruota
alta. Questo gesto diventa il suo marchio di fabbrica insieme a
quello scooter dipinto con i suoi colori motoristici preferiti e la
targa antivelox.
Una sera partono in
due, su un solo scooter,volto coperto e una bomboletta nella mano del
passeggero mentre il guidatore si prepara a correre come un ossesso.
È
notte inoltrata, le strade semideserte, perfette per la loro
missione: ‘libertà dagli sbiri’.
– Allora,
prima del velox rallenti che
mi metto in ginocchio
così arrivo giusto all’altezza, poi a tutto gas davanti così
cooooooopriamo. Vai fratello!
– Sì,
fratello tu pronto a sparare.
E
così fu, a tutta velocità davanti al velox su quella strada troppo
grande e troppo dritta per non provare la ruota alta. Una striscia
nera su quella macchina fotografica.
La
paura e l’eccitazione si trasformano in adrenalina scorre
entusiasta nelle vene.
Questo
è il Diego che colpisce Deborah, una ragazzina della stessa età
sbocciata come una rosa.
Un
amore senza whatsapp e senza facebook ,con un nokia e i messaggi
gratuiti solo a Natale e d’estate ed è proprio in questo periodo
dell’anno che il Bomber da il meglio di sé, la spalla scoperta lo
fa impazzire.
I pomeriggi li passa
a casa di lei, con tutto il gruppo di amici: tra il divano e il
vialetto dove elaborare i motorini e ogni tanto restano soli e
impacciati, un po’ imbarazzati dagli altri ragazzini che fuori
urlano e scherzano: – Dagliene
Diego!
– Uoooooooooooo!
Lui,
il Bomber non può tirarsi indietro e Deborah gli piace proprio un
sacco e così le labbra piano piano si avvicinano, gli occhi si
chiudono più per imbarazzo che per romanticismo. I denti si
sfiorano, nessuno dei due sa come si fa ma è una di quelle cose che
vengono da sè e poco importa come sarà perché rimarrà comunque
impressa e per forza la più emozionante.
Comincia
così la loro storia, quei due piccioncini sempre mano nella mano, in
scooter assieme in giro per discoteche pomeridiane, bar e case di
amici perché l’importante è divertirsi
a sbrega.
Mentre
la sua vita sociale va a mille quella scolastica comincia ad
arrancare, dopo un primo periodo da bravo studente in cui impara e
adora la
letteratura italiana,
l’istituto tecnico comincia a stargli stretto, i professori a
dargli sui nervi e il bambino strillante torna a farsi sentire
esuberante e strafottente più che mai. In classe ne combina di tutti
i colori e i voti si abbassano sempre di più, la prima storia di
amore così casta e dolce con Deborah finisce. Il Bomber sta per
uscire dal bozzolo, ha diciassette anni ed è pronto per dare il
peggio di sé.