Torniamo al divano e al libro: mi ispira, si chiama il club delle pecore nere e il riassunto mi ricorda Non buttiamoci giù di Nick Hornby: un gruppo di sfigati che si incrocia e si salva vicendevolmente. Detto così sembra terribile invece è proprio bello. Il libro inizia e tutto fila finché una delle protagoniste non dice questo:
'Invece vedere Tom, Rocco e questa padella ammaccata in cui l’olio scoppietta mi fa sentire già sciupata e prigioniera di queste quattro mura, inchiodata a una routine di pastasciutta, bollette scadute e lavatrici da stendere. Di noia, orari a cui attenermi, litigi al centro commerciale e silenzi forzati a letto.'
Eccomi qui sul divano con l' asciugatrice da fare, la cena da preparare, le domande alle figlie, un marito sotto pressione, una mattinata di domani in cui non ho avuto il coraggio di chiedere un supporto per tenere Agata quando dovrei comincio ginnastica per gravidanza e andare a firmare delle carte e mi chiedo: 'ma era questo che sognavo?' voi ve lo chiedete mai o evitate perché tutto sommato senza farsi domande si sta meglio?
Non parlo della risposta al 'eh ma hai tutto, cosa vuoi di più? O pensa a chi non può avere figli a chi sta male, a chi è ha parenti morti di covid ecc! È chiaro che stiamo sempre meglio di qualcuno e peggio di qualcun altro, ma qui parlo proprio di fermarsi su noi stessi e rispondere a una sola domanda.
Ribadisco, meglio non porsele e mantenere vivo qualche sogno, magari provando pure a realizzarlo.
Giusto per essere equi, oggi era pure stata una giornata positiva: laboratorio in una scuola, dentista che mi ha detto che ho una cosa da donna incinta (i nomi tecnici non sono il mio forte) e ritorno al lavoro al pomeriggio, ma quando ho sonno, mi si blocca l'ormone che dà energia. Sia chiaro che la cena è stata fatta e l'asciugatrice tirata fuori. Bimbe e marito avevano un ottimo umore e tutto è cambiato in pochi minuti, posso pure tornare a leggere quelle pagine.
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