sabato 10 settembre 2022

LA MORTE DEI PAESI

Qualche giorno fa dovevo scrivere un testo sull'essere profeta in patria ma gli eventi in casa hanno fatto sì che sia passato in secondo piano. Oggi però torna la necessità per me di parlarne, io abito in una frazione di circa 2000 abitanti dove, a parte bar e parrucchieri non c'è altro. Piano piano è stato chiuso tutto,  ma la colpa è anche nostra,  non ci rendiamo conto dei nostri tesori finché non li perdiamo,  preferiamo il grosso e distante perdendo le perle. Dico tutto questo perché nel mio comune c'è una frazione a cui ho sempre invidiato questo impegno verso il proprio paese: hanno creato una cooperativa per avere il negozio alimentare di paese (progetto che mi piacerebbe tanto portare anche a Cusignana),  hanno tenuto in piedi una scuola lottando con unghie e denti mentre noi la diamo per scontata e l'associazione creata dai genitori sta quasi morendo. Ecco quei genitori che si fanno in quattro per i figli si sono ritrovati una mail ieri mattina che avvisava che la scuola non sarebbe stata aperta e li invitava a una riunione stamattina. Immaginatevi di essere un genitore il venerdì prima di iniziare scuola e vi arriva questa mail, immaginate di dover trovare il tempo per andare alla riunione perché sarà anche una priorità ma se hai altri impegni li hai e basta e ci vai per sentirti dire che hanno deciso tutto. Spostano un'intera scuola (5classi) in un plesso che ne contiene altre 2 di scuole. È un'emergenza,  per carità,  ma lunedì mattina ci saranno sostanzialmente 3 scuole che confluiranno in una,  scompariranno le aule laboratoriali e soprattutto le stanze dedicate ai ragazzi con handicap che hanno bisogno di un luogo protetto,  di un luogo di calma dove capirsi. Ecco,  io se fossi in questi genitori sarei molto incazzata,  visto che lo sono comunque perché mia figlia perde tutti i laboratori e magari anche le ore di ginnastica perché di palestra ce n'è una sola per questa ventina di classi. Poi lo sono perché sono sempre cose fatte all'italiana: parli con un'istituzione e non ne sapeva nulla, parli con l'altra e sembra che avesse detto tutto. È sempre colpa di quello con cui non parli,  ai veri protagonisti vengono dette le cose quando è tutto deciso e mi chiedo perché chiamarli e a tutti gli altri attori non viene neanche comunicato il cambio di scena. Immaginate se fosse veramente un film: il regista e lo scenografo cambiano al volo una scena comprese le battute,  non danno il nuovo copione ai protagonisti e alle altre comparse manco dicono di aver cambiato scena. Secondo voi sarebbe un bel film? Secondo me no.
E intanto le frazioni muoiono e ci piangiamo pure sopra. 

3 commenti:

  1. L'associazione genitori non sta "quasi morendo" oggi si è dimostrata più forte e presente di quanto ci si poteva aspettare semmai

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  2. Il riferimento di Erika non è per l'associazione genitori di Santi Angeli, ma a quella di Cusignana

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