giovedì 10 ottobre 2019

TUTTO PUÒ CAMBIARE IN UN MINUTO

È proprio vero, tutto può cambiare in un minuto, figuriamoci in 3 giorni. La storia inizia lunedì nel tardo pomeriggio quando Monica ( praticamente potrei chiamarla il mio Destino, dato che nelle mie vicissitudini di lavoro e di passioni lei o Fabio ne sono sempre partecipi) mi chiede se sarei interessata a una cattedra in una scuola superiore, perché l’avevano chiesto a lei, ma non poteva. L’arcovalebo dopo settimane di tempesta: settembre è sempre così, il pagamento delle tasse equivale alla costante riflessione su quanto valga tenere in piedi la partita iva. Avete presente le discussioni da bar su tasse, INPS, nero ecc, casa nostra è uguale. Ormai mi vedevo già a gennaio in pizzeria ogni sera, visto che di sicuro non potrei fare pulizie data la mia totale incapacità in materia. Settimane di vuoto cosmico in quello che sarebbe il mio lavoro reale, nonostante le ore spese ad organizzare progetti, pubblicità e chi più ne ha più ne metta. Insomma, torniamo a lunedì tardissimo pomeriggio: Monica mi dà un numero di telefono e chiamo lui, poi lui mi dà un altro da chiamare e alla fine entro nel sito della scuola  e invio l’anno MAD ( messa a disposizione), la scuola era disperatamente alla ricerca,  perciò mi immaginavo che già partedi mattina mi chiamassero. Nel frattempo placo gli animi della figlia di mezzo, la quale era già convinta di non vedermi più, non notando c’è la scuola è di mattina. Martedì mattina silenzio puro, controllo la mail ogni 5 minuti, cel sempre ruomoroso, ma niente. In compenso in meno di 10 ore mi chiamano 3 mamme per seguire i loro figli: organizzo gli incontri per vederle e ormai mi rassegno al fatto che la scuola non mi chiami. Mi si riempiono i pomeriggi, cominciano ad arrivare un po’ di ordini di libri Usborne ( momento pubblicità: sono bellissimi e un regalo fantastico, andate a vedere la mia pagina Facebook ‘Treviso Usborne Organizer’). Alla scuola non penso più. Ho tanti progetti per le mani, i ragazzi nuovi hanno bisogno di un modo avvincente per imparare. Stamattina mi sono trovata con la mia amica Silvia per il progetto Libriamoci e ne verrà fuori qualcosa di bello ( cioè io ne sono convinta), il laboratori di cucina prende forma e ne sto pensando uno con i LEGO ( così intanto vi viene la curiosità). Non mi mancano gli articoli o i libri da scrivere... al momento ne ho 4 in piedi diblibri, articoli non li conto nemmeno perché mi sento in colpa. Poi mica mi sono dimenticata delle storie per il Calendario dell’avvento 2019, magari diviso per fasce d’età con tanto di disegni. Insomma la mia mente vaga e divaga (anche sulla Sagra 2020  perché a tre quarti delle persone non frega niente della parte culturale, ma io non demordo e provo a trovare qualcosa di diverso), finché oggi pomeriggio vedo quella notifica: è la scuola. Leggo, mi faccio togliere qualche dubbio da Anna, chiamo la scuola per fare qualche altra domanda e poi comincio a pensare, devo decidere: una cattedra di 18 ore, una di 5, i ragazzi al pomeriggio, i progetti che potrebbero saltare se accetto, 3 figlie da seguire, una dipendenza totale dai nonni anche per i pranzi, faccio anche qualche calcolo economico perché ho pur sempre una partita iva forfettaria dove non posso adorare troppo sui guadagni. Ci rimugino su un bel po’di ore mentre finisco di lavorare, corri a prendere Agata e poi Adele, preparo la cena, ascolto il pomeriggio di Madda, scoprono i compiti che sonsono dimenticate di fare, faccio la lavastoviglie, le accompagno a letto, asciugatice, bidone della carta fuori e...doccia. Esco e arriva Michele, giusto per dargli la mia decisione: è no! Tutti sognano il posto statale e io preferisco l’incertezza. D’altro canto non sarei qui se non mi piacessero le cose complicate. Sarebbe stata una bella sfida entrare in una scuola superiore, ma la mia è con i ragazzi nuovi, l’anno scorso l’arrivo di Agata mi ha reso meno presente e lo sapevo, ora ho voglia di riimmergemrmi nel mondo dei tutor, inventare modi nuovi di insegnare, aiutarli a superare le difficoltà. Non sarà facile, come non lo è convincerli a venire qui, trovare quell’instabile equilibrio fra l’essere loro amica e insegnante. Sarà dura, ma ormai ci sono abituata, le battaglie si possono sempre vincere con costanza e dedizione e talvolta anche con del masochismo. Ora basta che questa costanza e dedizione la metta anche nel realizzare i miei sogni...vedremo se sarò in grado.