giovedì 31 maggio 2018

La fine di un’era

Martedì si è conclusa per me e Michele una grande avventura, lunga quasi un ventennio. Direi oltretutto un’avventura fondamentale per la nostra coppia perché prima ci ha fatti incontrare, poi ci ha diviso e infine ci ha riunito.
Vi chiederete di cosa stia parlando, è un’esperienza di vita e si chiama animazione!  L’altra sera con una pizza abbiamo salutato il nostro ultimo gruppo, quello che ci ha accompagnati in questi anni e che ci ha fatto diventare adulti mentre vedevamo loro diventare maggiorenni.
Fare animazione è un po’ una rogna, che siano bambini di 5 anni ai centri estivi o ragazzi di 19 ai giovanissimi parrocchiali, mica è facile sapere cosa fargli fare, interessarli, mantenere l’attenzione, rapportarsi con i genitori. È un’attività che stimola la fantasia, che diverte talvolta da sui nervi ma soprattutto e un’attività che va fatta da animatori che si completano. Per noi era così: io la mente ( attività, rapporto con i genitori) Michele il braccio ( rapporto con i ragazzi)... ognuno ha le sue particolarità.
Però non si è soli in questa attività, in questi anni abbiamo incontrato e lavorato con animatori super che poi sono diventati anche ottimo amici, con i quali abbiamo condiviso soprattutto i campi scuola e vi assicuro che dopo questi si diventa decisamente intimi: quando i nervi crollano, quando capisci che il campo è più difficile di quello che pensavi, quando sai che davanti ai ragazzi non puoi cedere, quando per i cazzi  tuoi ti manca il sorriso ma lo devi avere, beh in tutti questi casi, i colleghi sono un aiuto fondamentale e quindi grazie,, soprattutto a Emma e Matteo.
Grazie a tutti quei ragazzi incontrati in questi anni, a quelli che mi salutano e io li guardo chiedendomi chi sono perché li ricordavo bambini e ora sono uomini, a quelli che si sono sposati e mi fanno sentire vecchia, a quelli che abbiamo aiutato con la scuola, a quelli che ci hanno raccontato i primi amori e a quelli che non raccontano nulla, grazie a quelli che mi hanno risolto i problemi di geometria e a quelli che sono stati minacciati durante i campi... ma un grazie enorme va a tutti quei genitori che si sono fidati e affidati, ci avete dato il vostro bene più prezioso e ve ne siamo grati, avete creduto in noi e avete lasciato che i ragazzi provassero esperienze enormi per loro e per noi, però siamo stati bravi ve li abbiamo sempre riportati interi anche se ammetto che talvolta di dubbi ne avevamo anche noi. Ora spero solo che questo ultimo gruppo, un grande gruppo possa essere la nostra continuazione, che almeno alcuni di loro abbiano voglia di buttarsi in questa fantastica avventura e chissà ormai ci scambieremo i ruoli e diventeremo noi i genitori dei loro animati.

sabato 26 maggio 2018

I primi 3 mesi

Se mi avessero detto che questa volta avrei avuto una botta di nausee, forse ci avrei pensato un po’ di più! È andata così: 1ª figlia: manco mi ero accorta di essere incinta; 2ª figlia: qualcosina ma poco e non subito; 3ª gravidanza: nausee ancor prima di fare il test, il mio corpo già parlava quindi o ero incinta o avevo qualcosa di molto grave oppure una gravidanza isterica, che poi in quei giorni, mentre aspettavo di fare il test ( perché, almeno per credenza mia, bisogna aspettare un po’ dopo il ritardo delle mestruazioni) mi chiedevo: ma se non sono incinta e magari è una gravidanza isterica? Allora forse sono proprio fuori completa, cioè da ospedale psichiatrico.
Chiaramente il test era positivo così ho continuato a ‘nauseare’ tranquillamente con la mia faccia da cadavere mentre il mondo ( sì, ok solo
Chi mi ha vista in quelle settimane) si chiedeva che brutta vita stessi facendo data la mia tristezza continua e quel pallore da malata...in realtà era l’esatto contrario, uno dei momenti più felici ma quando devi trattenere il conato, la concentrazione è massima, non puoi mica distrarti e anche un sorriso può essere famelico, cavolo. Sorridi e blblbl...non puoi vomitare addosso alle persone. Nonostante l’attenzione, devo dire che a casa è successo, le facce di Michele e le bimbe erano schifate sopra ogni cosa. Una perfetta scena familiare. O meglio ancora io che corro in bagno, Madda che corre dalla parte opposta con conato da conato e Adele che urla verso il piano di sopra: ‘ papà la mamma sta vomitando’. Ecco questa è stata la mattina della partenza per Milano meglio di così si muore.
Questo continuo malessere ha fatto sì che tra la 7ª e 8ª settimana tutti lo sapessero, anche perché appena detto alle sorelle maggiori, la notizia si è diffusa come un fiume in esondazione e pensare che avevamo detto:
‘ non ditelo subito perché è ancora presto ed è meglio aspettare.’
Per Adele quell’aspettare intendeva dire: arrivo a scuola e quando la maestra dice di raccontare un evento nel pensierino io lo scrivo ma poi dico che è un segreto ( anche il
Parto della gatta è passato in secondo piano). Non che Maddalena abbia aspettato di più, se pensate che il primo messaggio di congratulazioni mi è arrivato da una mamma di una sua compagna di classe ancor prima che fosse tornata da scuola.
Almeno così ho spiegato a tutti la mia cera da ‘venerdì 13’  e quindi mi sono presa baci e abbracci da tutti ma la cosa più bella è stato vedere alcuni occhi emozionarsi.
Ai 3 mesi senza dirlo non sarei comunque potuta arrivare visto che mi chiedono ‘quanto ti manca?’, non è colpa mia se ci sono donne che arrivano al settimo mese senza che si veda e io ho una pancia e delle tette che sembra che debba partorire domani...è vero che la base di partenza era gia ben visibile sia sotto che sopra e quindi va solo in aggiunta ma almeno ora posso mostrarla senza dover trattenere il respiro e ripromettendomi di fare almeno un po’ di addominali, mangiare meno pane ecc, tutte promesse che duravano una settimana, noooo, molto meno!
Dopo i baci e gli abbracci, il momento migliore è la fatidica domanda: maaaa voluto o capitato? Ecco, una mi è già capitata, poi abbiamo imparato, quindi decisamente voluto. Cercato? Non molto perché è arrivato subito, motivo per cui non abbiamo neanche messo un cartello o un post su Facebook con scritto’ stiamo provando ad avere un altro bimbo’, sarebbe stato veramente fico.
Domanda a cui segue costante una preghiera: chissà che sia maschio, ma lo sapete? Ve lo fate dire? ( giuro che questa sequenza è costante). No, non lo sappiamo perché all’ecografia non ce l’hanno detto, ma ce lo faremo dire, poi lo capirete da voi, se vedete Michele ubriaco una settimana a fine luglio significa che è maschio, ma forse si ubriacherà anche se sarà femmina cercando di dimenticare la netta minoranza in cui si troverà. Aspetteremo tutti luglio, intanto i primi 3 sono andati, ora è tempo di darsi a shopping premaman sfrenato!!!