Dopo aver discusso con Adele che non sapeva dove dovessimo andare ma voleva venire anche lei, finalmente parto per recuperare Agata alla scuola dell'infanzia. Viaggio che mi riporta subito a casa perché il lavoretto di Pasqua (erba seminata dalla figlia tre e appena nata) avrebbe potuto subire danni irreparabili nel viaggio con conseguente tragedia familiare.
Bene partiamo, troviamo il furgone lumacoso che ci fa perdere un'eternità di tempo: faccio di tutto perché Agata non si addormenti e Cristiano sì. Risultato, arrivo a Castelfranco con Agata che dorme e Cristiano no. Troviamo le scarpe per Agata alla velocità della luce, ma c'è un'offerta (maledetta offerta) e decido di approfittarne comprando scarpe per me (cosa che mi ha soddisfatto) ma Cristiano decide di piangere perché non ne vuole sapere di stare ancora sul marsupio a fare shopping, la santa commessa mi mette su la scarpa. Inciso: avevo i calzini da casa antiscivolo perché tanto non avrei dovuto comprarmi scarpe io. Cristiano si stressa ma Dio vuole che troviamo una nostra amica (che non scrivo chi è perché magari era in incognito come facciamo noi mamma le rare volte in cui possiamo liberarci dei figli) e lo tiene mentre io scelgo veloce come un lampo. Chiacchieriamo mentre pago e Agata insiste perché vuole già mettere le scarpe. L'amica gliele mette nelle poltrone pubblicitarie che ci sono nei corridoi dei centri commerciali. Perfetto, riesco a diblare anche l'insistenza della stessa figlia per salire sulle giostrine e ci dirigiamo al negozio lego: Cristiano di nuovo sul marsupio, Agata su una mano, maxi borse con scarpe nell'altra. Mondo lego tutto ok compreso di visita al bagno dei dipendenti perché ad Agata scappava pipì e pure cacca. Olé. Usciamo e mi rendo conto quando sono a metà strada che Agata non ha più in testa le orecchie da coniglio fatte a scuola. Torniamo al negozio lego ma non erano lì. Cristiano è incazzato ma rimane nel marsupio. Agata tristissima in una mano, 2 borse giganti nell'altra, rientriamo nel centro commerciale e rifacciamo il percorso a ritroso. Le aveva lasciate vicino alla cassa quando era voluta salire in braccio. Con Figlia felice, borse, orecchie e figlio incazzato andiamoverso l'auto. Carico tutto, provo a vedere se Cristiano vuole la tetta ma preferisce il volante. Lo metto sul suo seggiolino e partiamo. Cristiano piange quasi tutto il viaggio. Agata canta, parla, urla, ogni tanto fa pure ridere Cristiano. Sfinita ma arrivata sana r salva a casa. Adele un po' meno triste perché ora finalmente ha un uovo (era disperata perché non ne aveva nessuno e tu prova a spiegarle che mancano 6 giorni a Pasqua), Agata che balla con le scarpe nuove, Cristiano ride libero di gattonare e io prego che arrivi presto l'ora di andare a letto.
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