lunedì 27 febbraio 2023

AVVENTURA IN COSTIERA

Siamo tornati da una settimana, ma più di qualcuno mi aveva chiesto un riassunto sul nostro viaggio in Costiera amalfitana fatto solo con mezzi pubblici. In Italia. Non ero partita con la volontà di provare questa ebrezza, dopo anni di corriere e treni presi quando andavo a scuola. Il problema è che siamo in tanti e stavamo via pochi giorni per usare l'auto (senza contare che è sconsigliatissima su tutti i blog e siti e poi ho pure capito perché) e l'aereo aveva un costo spropositato soprattutto perché i bagagli ci sarebbero serviti. Quindi zaino in spalle e treno. Ma cuccette e letti erano pieni e quindi sedili. Sbagliando si impara: sedili più bimbi non si deve fare, se non ci sono cuccette non si va in viaggio perché ormai sono vecchia e le notti insonni pesano, anzi non sono vecchia, sono sempre stata così. 
Dopo una notte così: Spresiano - Mestre/ pausa/Mestre - Roma/pausa/Roma-Salerno/ corriiiii/Salerno - Vietri.
Siamo giunti a destinazione ma Salerno ci ha salutato con la nebbia e io che sbrocco sul fatto che quella l'avevamo lasciata a casa. Infatti era solo uno scherzetto iniziale. Abbiamo mollato tutto in albergo e siamo partiti alla scoperta della costiera. Faceva caldo, cominciava a esserci il sole, lo zaino frigo che doveva accompagnarci si è rotto subito ed è stato sostituito dallo zaino dei Paw Patrol per la gioia di Agata.
Abbiamo seguito i consigli di un'amica di Maddalena e abbiamo puntato su Maiori. In costiera, in inverno si può viaggiare solo con gli autobus di linea. E solo con i braccialetti antinausea ai polsi. Gli autisti della Sita sud non hanno nulla da invidiare a Toretto. Praticamente vivono costantemente in gara con qualcuno che non si sa chi sia( ah per comprare i biglietti c'è l'app). Però è da provare: una strada tra montagna e strapiombo su un mare di un azzurro che qui in laguna non sappiamo neanche che colore sia.
E poi ci sono loro: gli abitanti cordialità allo stato puro. L'autobus era strapieno, io mi sono trovata in piedi incastrata con Cristiano in braccio e Agata appesa a una gamba. Una signora ha fatto alzare e spostare mezzo autobus per farmi sedere. E poi vuoi mettere loro che manco si conoscono e chiacchierano per tutto il viaggio raccontandosi vita morte e miracoli. Una figata pazzesca. 
Scendiamo a Maiori, Adele stava per vomitare il pranzo di Pasqua di 6 anni fa e ha chiarito che a breve non sarebbe più salita su quell'autobus piuttosto a piedi e a piedi siamo andati a Minori. Solo che a noi piace strafare e abbiamo puntato al sentiero dei Limoni. Un gentile ristoratore ai piedi della prima scala cerca di metterci in guardia con bambini piccoli e passeggino non ri riesce a fare. Ma noi Veneti che vivono a un passo dalle alpi non possiamo farci abbindolare da questa gente di mare ( e poco conta se in montagna non ci vado manco sotto tortura e piuttusto di fare un sentiero mi taglierei un braccio). 
Aveva ragione il ristoratore: con il passeggino non si poteva fare. Migliaia di scalini, un bambino che tornava da scuola e che se la faceva tutti i giorni ci ha sparato un 6000 gradini. Io ho avuto a turno prima un po' Agata e poi tanto. CRISTIANO sul marsupio sulla schiena. Michele si è portato il passeggino.
Un spettacolo indecifrabile tra mare, limoni e gatti docilissimi, infatti tra un gatto e il tentativo di prendere un limone, alla fine Agata se l'è fatta quasi tutta a piedi. Arrivati alle 14 a Minori ci siamo fatti la prima pizza e poi via verso Amalfi.
Piccolo borgo molto carino e primo funerale, ne abbiamo praticamente beccato uno al giorno, cioè abbiamo visto un'autobara di fronte alla chiesa, morti in realtà mai registrati. 
Ci siamo pure fatti una mezz'ora in spiaggia che è nera, cioè la sabbia è nera, cosa logica visto che è vulcanica ma mica ci avevo pensato prima di vederla. Io chiaramente, come sempre, sono andata a sentire l'acqua, in teoria solo con le mani ma in realtà mi sono bagnata pure i piedi. Lo faccio sempre. In qualsiasi stagione, se c'è il mare devo bagnarmi i piedi e sentire la sabbia. 
Sulla via del ritorno, con la controfigura di Toretto (per chi sinsta chiedendo chi sia, è il protagonista dei film 'fast and furious'), le turiste spagnole che ridevano come matte e un italiano che spiegava loro che in Italia guidiamo tutti così, tutti i figli tranne Maddalena si sono addormentati. Cena: altra pizza. Ho provato la dieta della pizza, non funziona, ma dà particolare soddisfazione.
Adele ci supplicava di andare a dormire e così abbiamo fatto anche perché la domenica ci aspettava un'altra avventura: Pompei.
Altra giornata, altro treno: la circumvesuviana da Vietri a Pompei. Oh, qui i mezzi pubblici funzionano alla grande. Momento di soddisfazione mio personale: scendiamo alla stazione e da lì all'entrata degli scavi ci fermano in ogni modo cercando di affibiarci le audioguide, adducendo il fatto che all'interno degli scavi non c'era modo di avere info su quello che si vedeva. Ma io dopo 6587 blog, siti, guide sapevo che invece c'era tutto il necessario bastava scaricare l'app. E così Erika 1- Fregaturisti 0 e scusate per le varie bugie propinate a queste signorine. Un grazie all'uomo che puliva la stazione e ci ha spiegato come arrivare l'ingresso degli scavi senza prendere il taxi.
Prima di entrare abbiamo anche visto il Duomo: enorme e veramente bello, merita. 
Gli scavi, sono gli scavi, adoro Roma per i suoi resti romani, immaginate quanto ero felice lì dentro, salvo prendere la pioggia. Sappiate che io porto sempre la pioggia al sud.
Vi rendete conto che avevano i bar, i ristoranti, dei giardini stupendi da cui ho preso spunto per quando farò il MIO giardino, poi ho fatto un milione di km per vedere le case per appuntamenti, il foro. Stupenda. Andate e vi renderete anche conto di quanto in realtà il Vesuvio fosse distante. Ah, per la gioia di Adele abbiamo visto pure i morti. 
Anche in questa giornata il pranzo è stato verso le 14/15 ma lì è tutto normale. Siamo tornati e finalmente abbiamo visitato anche Vietri con le bellissime ceramiche. Secondo giorno niente pizza ma pasta con il pesce e torta caprese. Ah il babà lo avevo già mangiato il primo giorno. 
Ultimo giorno abbiamo convinto l'uomo per vedere Napoli. Dovete sapere che Michele di venire in Campania non ne voleva sapere per i vari stereotipi che noi veneti abbiamo sulla gente napoletano. Dopo due giorni di strade pulite, lavori in ogni dove, ordine ecc si è ricreduto e così ha accettato la visita alla città. C'eravamo stati nel 2016 il ricordo di Una città potenzialmente bellissima ma: spazzatura ovunque, auto che sfrecciavano, palazzi presi malissimo, zone malfamate. Ecco, abbiamo trovato una Napoli diversa: zone pedonali, lavori dovunque, nelle zone centrali pulizia e la zona del porto, seppur sporchina sicura. Un amico mi ha fatto notare che probabilmente De Magistris ha questo merito, beh se è stato lui, è veramente un grande sindaco. Napoli è bella, caotica come ogni grande città ma veramente bella. Finalmente ho visto la via dei presepi, avrei comprato tutto e invece non ho preso nulla. Mi sono mangiata la sfogliatella, che ancora mancava all'appello. Adele si è fatta la foto davanti al teatro San Carlo (in pratica facciamo una foto in posa davanti a ogni teatro), Maddalena ha visto spaccanapolie abbiamo mangiato la pizza da Michele, un locale piccolo ma organizzatissimo, hanno tagliato la pizza a spicchi ad Agata e a Adele senzw che glielo chiedessimo. Abbiamo provato il deposito bagagli per girare senza valigie ed è andato tutto al meglio. E poi siamo tornati. Napoli-Roma/pausa e tuttini bar della stazione chiusi ma c'era il supermercato/Roma - Mestre/Mestre - Spresiano/ zio Icio che ci porta a casa: Michele al lavoro, io a far lavatrici, tati che dormivano.
Conclusioni: l'Italia è stupenda, i mezzi pubblici stanno migliorando, il sud sta capendo le proprie potenzialità il limoncino è buonissimo come pure la pizza, la pasta e tutti i dolci perché in Italia si mangia sempre bene. Quando scegliete un albergo prendetelo vista porto, sono tutti felici, il tempo in camera lo passavano alla finestra a vedere o container che andavano su e giù. 
E soprattutto Michele che sette anni fa ha detto: io qui non ci torno più, ha concluso con un 'la prossima volta che torniamo a Napoli andiamo nei quartieri spagnoli' (dove sono stata io a non voler andare). 

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