mercoledì 22 marzo 2017

Cena veneta


Io sono calabrese, vivo in Veneto da 15 anni ma ricordo come se fosse ieri il mio primo pranzo a casa dei genitori di amici:
‘Ti passo a prendere a meno dieci a mezzogiorno!’ mi disse la mia amica Clara.
‘Ah bello, facciamo colazione prima?’
‘ No...a mezzogiorno i miei ci aspettano per iniziare a mangiare.
A mezzogiorno? Di domenica? Ma questi mangiano all’alba?
Arrivai a casa di Maria e Bruno con lo stomaco pronto per la colazione e mi trovai con un pranzo a base di tipici piatti veneti.
Povera Maria si era impegnata tanto con tanto di antipasti, primi, secondi, contorni e dolce e io le ho fatto tante di quelle facce strane.
Antipasto: poenta, sc’ios e sopressa. Sopressa ok, la conosco. Sc’ios doveva essere un vino, in fin dei conti ero in Veneto quindi il vino sicuramente doveva esserci, ma quando mi arrivò il piatto vidi che era una cosa strana: una crema gialla con vicino un liquido marrone su cui galleggiavano delle cose strane. Oh Dio, qui mangiano vermi. Ho pensato. Ma da buona donna del sud, so che non si può lasciare niente nel piatto, altrimenti il padrone di casa si offende. Cominciai a mangiare con tutta la calma calabrese, cercando di capire cosa stavo ingurgitando, quando mi resi conto che tutti gli altri avevano già finito e stavano aspettando me: ‘Magna cea che te si nessa?’ Mi intimò Maria. Una persona evidentemente acculturata anche se un po’ maleducata mi aveva appena chiamato Nessi come il mostro di Lochness, che strani questi veneti che ti invitano a casa loro e ti offendono. Ma cea poi, che cavolo significa,ah...ho capito questa per offendermi mi storpia pure il nome, da Caterina, Cea come ci sia finito non l’ho capito. Fatto sta che appena ho messo giù la forchetta Maria aveva già levato il piatto e portato in cucina avvisandomi che stavano per arrivare i’ bigoi in salsa’...un sospiro di sollievo: bigoli col pomodoro. Poi ho visto arrivare sti bigoli con un sugo marroncino, Madonna ma qui non c’hanno neanche i pomodori rossi? ‘ Te sentirà che bona!’ mi ha detto Maria mentre mi porgeva il piatto. Il profumo pungeva un po’...forse è passata andata a male? Qui siamo al nord, se in Austria usano la panna acida, qui useranno i pomodori andati a male. Santo cielo dove sono finita?... Invece era buona e la mia amica questa volta me l’ha spiegato che la salsa è con le alici. Che sollievo. Naturalmente io stavo ancora mangiando e gli altri avevano finito da un bel po’. Notai lo sguardo spazientito di Bruno, il padrone di casa: ‘Ae 3 cumixia e partie? No finion pi’
Alle 3 hanno un party? Alle 3? Questi invitano le persone durante il pranzo a far festa? Ma mangiamo i primi con la gente che ci guarda? Sono proprio strani. Con il tempo ho capito che in Veneto si comincia a mezzogiorno e alle tre si è pure digerito.
‘Adess magna do sparasi; che je tant boni’ mi ha detto Bruno mentre stavo cercando di far capire al mio stomaco che doveva velocizzarsi. Ho alzato lo sguardo preoccupata: Madonna, qui si sparano durante il pranzo? Devo essere finita in una famiglia di cacciatori, saranno abituati ad una battuta di caccia per digerire, il tutto prima delle 3 che c’è il parti? Ma allora al parti mangiamo quello che abbiamo cacciato?
Non ci stavo capendo più niente, quando concentrata sul mio piatto cercavo di abbuffarmi e rispondere pure alle loro domande. Stavo infilando l’ultimo boccone nelle fauci quando Bruno mi ha intimato: ‘Varda de tociar puito des’
Madonna mia ma sto Bruno cosa voleva dirmi.
Con il cibo fermo allo stomaco, perché il mio apparato digerente era un attimo in difficoltà, mi avvicinai a Clara preoccupata.
‘Clara, scusa, ma non credo di voler partecipare alla festa, preferirei andare a casa!’
’Festa? Quale festa?Tranquilla, alle 3 per mio papà c’è solo il calcio!’
Sospiro di sollievo, il mio primo pranzo veneto era stato superato. Il primo dei tanti in cui ho potuto apprezzare gusti e sapori di questa terra e che mi hanno conquistata.

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